SUSANNA PARIGI: Faccio quel che voglio e sarà quel che sarà.

La caccia al talento di oggi, mi ha dato una bella soddisfazione, ma allo stesso tempo mi ha lasciato l’amaro in bocca.
La soddisfazione è senza dubbio quella di sapere di averci visto bene, dato che l’ospite di oggi è una da Wikipedia, ma per lo stesso motivo ho il cruccio di essere arrivato una ventina d’anni dopo a conoscere una musicista e cantautrice di questo livello.
Detto questo, non mi resta che scrivere cosa mi ha raccontato Susanna Parigi (un nome che suona talmente bene che stentavo a credere che fosse quello all’anagrafe).
La musica e stata sua compagna da sempre, a 4 anni ha iniziato a prendere lezioni di canto, a 9 incomincia a frequentare il conservatorio Cherubini di firenze, dove poi si diplomerà in pianoforte.
Si parte col botto, ai concerti di Riccardo Cocciante come pianista e cantante, poi insieme a Claudio Baglioni nel tour “Oltre”, a seguire, Raf e Fiorella Mannoia e tanti altri ancora.
Esperienze di canto lirico, canto jazz e teatro,ma interpretare i pezzi di altri non le basta più, ha bisogno di scrivere i suoi testi e per farlo al meglio collabora con Kaballà, al secolo Pippo Rinaldi uno degli autori più validi dello scenario musicale italiano.
Nel frattempo aumentano sempre di più le rassegne, le apparizioni in tv ed i riconoscimenti ricevuti, ne citiamo uno per tutti il celeberrimo “Premio Gaber”.
Al suo attivo ben nove album e per non farsi mancare nulla anche un libro.
Inoltre è docente in canto pop ed essendo stata una delle prime ad insegnare questa materia nei conservatori, appena è uscita la prima graduatoria nazionale ha ottenuto la cattedra.
Da quello che abbiamo visto fino ad ora, questa donna dovrebbe essere non solo famosa, ma un esempio per chi vuole lasciare un’impronta nel mondo della musica.
Perchè questo non è accaduto?
La risposta è semplice, da quel che ho potuto vedere e soprattutto percepire, Susanna è come il protagonista del film ” Fuga di mezzanotte” che quando tutti i carcerati giravano in un senso, lui camminava nel senso opposto.
Una decina di anni fa, un giornalista durante un servizio del tg2 la definiva “lontana da stereotipi commerciali” ed aveva perfettamente ragione, dato che Susanna Parigi ha uno stile unico, non facilmente collocabile nel panorama musicale italiano.
Penso che il suo destino sia quello di ricevere eternamente il famoso “premio della critica” d’altronde il suo motto è: “faccio quel che voglio e sarà quel che sarà”.
Conclude la nosrra chiacchierata confessandomi che lei è felice e che lo è ancor di più quando su di un piccolo palco, in una piazza o in una villa privata con Matteo Giudici, bravissimo chitarrista lariano, si esibisce con i suoi “Concerti al citofono”, dove oltre a cantare e suonare si parla di musica e parole con il pubblico.
Grazie Susanna, ti aspettiamo in Brianza per vederti, ascoltarti e dirti che è stato bello intervistarti.